I corni di Canzo e la Val Ravella - Copertina
  • Corno Centrale
  • Erba Regina - Telekia speciosissima
  • I corni di Canzo e la Val Ravella - Mappa
  • Il torrente Ravella
  • Primula glaucescente - primula glaucens
  • Santuario di S.Miro al Monte
  • Terz'Alpe
  • Un pannello lungo il Sentiero Geologico
  • Campanula dell'Arciduca - Campanula ranieri
I Corni di Canzo e la Val Ravella
Canzo, Valbrona

Il gruppo dei Corni di Canzo è una delle zone del Triangolo Lariano più conosciute per la bellezza dei panorami, per la natura ancora ben conservata e per i numerosi sentieri adatti a soddisfare tutti, dalle famiglie con bambini agli escursionisti esperti. La loro sagoma è inconfondibile: tre cime rocciose dall’aspetto arrotondato disposte da est a ovest, tali da sembrare dei“corni”, ben visibili dalla pianura: il Corno Occidentale (1372 m), il Corno Centrale (1366m) ed il Corno Orientale (1232). Sono i rilievi più elevati della costiera che separa il corso del Lambro dal ramo lecchese del Lario; i primi due delimitano la testata settentrionale della Val Ravella e costituiscono il confine fra il Comune di Canzo e quello di Valbrona, mentre la terza cima, la più bassa, è compresa nel territorio di Valmadrera. L’area dei Corni di Canzo è caratterizzata da rocce sedimentarie carbonatiche formatesi in ambienti lagunari e marini nell’Era Mesozoica (in particolare la Dolomia a Conchodon), deformate da vistose pieghe con andamento est-ovest in seguito aimovimenti orogenetici che hanno portato al sollevamento delle Alpi emodellate nel tempo dagli agenti atmosferici.
Una curiosa leggenda attribuisce l’origine dei Corni di Canzo ad una epica lotta tra arcangeli e diavoli. Il generale dei demoni, Canzio, essere gigantesco e terribile, fu, per così dire, “beffato” da un furbo angioletto che, approfittando di un momento di debolezza dell’avversario, gli soffiò in faccia polvere di elleboro, dal potere starnutatorio. Il diavolo non riuscì a reprimere un colossale starnuto, così potente che la sua testa andò a conficcarsi in terra e le sue enormi corna si staccarono di netto dalla fronte, dando così origine alle nostre montagne.
Tutta l’area dei Corni di Canzo -Val Ravella è di grande interesse dal punto di vista naturalistico; una parte ricade anche nella Foresta Regionale dei Corni di Canzo, un vasto complesso prevalentemente boschivo, di circa 450 ettari, gestito da ERSAF (Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle Foreste). Si possono distinguere tre principali ambienti: il bosco, le praterie e le rupi.
Nei boschi di latifoglie prevalgono le formazione mesofile con il Frassino maggiore ( Fraxinus excelsior), l’Acero montano ( Acer pseudoplatanus), il Tiglio ( Tilia platyphyllos) e, salendo di quota, il Faggio ( Fagus sylvatica), dominante nelle porzioni superiori dei versanti. I pendii esposti a sud sono caratterizzati invece da essenze più termofile (amanti del caldo), come il Carpino nero ( Ostrya carpinifolia), l’Orniello (Fraxinus ornus) e la Roverella ( Quercus pubescens). Le conifere - Abete rosso ( Picea abies), Larice (Larix decidua) e Pino eccelso ( Pinus excelsa) - che si ritrovano fitte lungo il versante alto della Val Ravella, sono tutte di impianto artificiale, effettuato negli anni ‘60 –‘70 del secolo scorso.
Le formazioni erbose, localizzate soprattutto lungo i crinale e sulle porzioni sommitali dei Corni, si stanno progressivamente riducendo per l’avanzata del bosco; in molte zone i prati e i pascoli abbandonati sono stati diffusamente colonizzati da formazioni pioniere a Nocciolo ( Corylus avellana), Betulla (Betula pendula) e Salicone (Salix caprea). Le praterie calcaree, o prati magri, sono comunque ambienti molto preziosi dal punto di vista botanico per la loro grande ricchezza di specie, in particolare quelle endemiche, cioè esclusive di un territorio ristretto, tra cui il Citiso insubrico ( Cytisus emeriflorus), la Primula glaucescente ( Primula glaucescens), l’Aglio di Lombardia (Allium insubricum) e l’Aquilegia di Einsele ( Aquilegia einseleana). Anche le pareti rocciose dei Corni di Canzo ospitano una flora singolare e ricca di specie endemiche, tra cui la Sassifraga di Vandelli ( Saxifraga vandellii), la Campanula dell’Arciduca (Campanula raineri), la violetta di Duby ( Viola dubyana), l’Erba regina (Telekia speciosissima) ed il Raponzolo chiomoso ( Physoplexis comosa).
Il torrente Ravella, che dà il nome alla valle, nasce a circa 1000 metri di quota sotto la Colma omonima; ha scavato profondamente il suo alveo e scorre incassato fra ripidi versanti fino a Canzo, prima di gettarsi nel Lambro; sulla destra orografica rimangono notevoli terrazzi morenici sui quali anticamente furono costruite le tre“Alpi”. Infatti fino alla fine degli anni‘50 del secolo scorso nella Val Ravella risiedevano numerose famiglie dedite all’agricoltura e all’allevamento del bestiame, come si può rilevare dalla presenza di fabbricati rurali a Prim’Alpe (detta anche Alpe Grasso per l’abbondanza dei foraggi), Terz’Alpe (Alpe Piotti) e di ruderi in località Second’Alpe (Alpe Betulli o Alpe del Sole, perché ben esposta), nonché Alpe Alto e Alpetto (sul versante del Monte Cornizzolo).


COME ARRIVARE
Per la salita ai Corni di Canzo una delle vie più frequentate passa attraverso il Sentiero Geologico della Val Ravella (segnavia n.2), che ha inizio in località Gajum, in Comune di Canzo (485m) e termina al Rifugio Terz’Alpe (792m; ore 1,10). Dal Rifugio Terz’Alpe, prendendo il sentiero con segnavia n.1, si arriva direttamente alla base del Corno Occidentale (1372 m); in alternativa si prosegue per la Colma di Ravella (997m) e per la Forcella dei Corni (segnavia n.5) o per la bocchetta di Luera (segnavia n.4), da cui si possono raggiungere i Corni Centrale (1366 m) ed Orientale (1232 m). Un punto importante di appoggio nella zona è il Rifugio SEV di Pianezzo (1225m), sul vasto pianoro alla base dei Corni di Canzo. A Pianezzo si può arrivare anche da Valbrona (in prossimità della Chiesetta di S. Rocco) per una comoda carrozzabile (percorribile in auto solo fino all’ Alpe Oneda, 719 m), o dalla località Candalino (486 m) attraverso la Val Cerrina.


GRADO DI DIFFICOLTA'
Il Sentiero Geologico è di difficoltà elementare. La salita alla cima dei Corni Occidentale e Centrale invece è riservata ad escursionisti esperti (sentieri in parte attrezzati), ed è da evitare dopo un periodo di piogge che rendono scivoloso il terreno o in presenza di ghiaccio.


ESCURSIONI NELLA ZONA
Il Rifugio Terz’Alpe è un ottimo punto di partenza per escursioni verso alcune tra le cime più note del Triangolo Lariano: il Sasso Malascarpa (1198 m; ore 1,30, segnavia n.3) e il Monte Prasanto (1245 m; ore 0,15; 1,45, segnavia n.3) con le loro manifestazioni geomorfologiche carsiche. Eventualmente si può proseguire fino a raggiungere il Monte Rai (1259 m; ore 0,15; 2,00, segnavia n.3), da cui si gode una splendida vista sui laghi della Brianza e, ancora, con una deviazione, il Corno Birone (1116 m; ore 0,10; 2,10, segnavia n.1). Dal Rifugio SEC “Marisa Consiglieri” (1109m; ore 0,30 dal Monte Rai, segnavia n.3) della Società Escursionisti Civatesi si può affrontare la salita al Monte Cornizzolo (1240m; ore 0,30; ore 1 dal Monte Rai; segnavia n.3).


DA VEDERE NEI DINTORNI
Il Sentiero Geologico “Giorgio Achermann” in Val Ravella . Un’escursione nella storia geologica del Triangolo Lariano: è questa l’opportunità offerta dal Sentiero Geologico in Val Ravella, uno dei primi percorsi a tema delle Prealpi e tra i più frequentati, realizzato agli inizi degli anni ’80 del secolo scorso dal Gruppo Naturalistico della Brianza. Il tracciato è stato recentemente oggetto di una manutenzione straordinaria, con la posa di nuovi pannelli ricchi di informazioni, a cura dell’ERSAF (Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle Foreste). In questa occasione il sentiero è stato dedicato al suo ideatore, il giornalista svizzero Giorgio Achermann, compianto fondatore della storica associazione ambientalista locale. Tra le manifestazioni geologiche e geomorfologiche segnalate da specifici cartelli, si possono ricordare le rocce carbonatiche stratificate di origine marina, caratteristiche del Triangolo Lariano, risalenti all’era Mesozoica e talora contenenti tipici fossili come i Coralli e le Ammoniti; i grandi “massi erratici” o “trovanti” di serpentinite, granito e gneiss trasportati dai ghiacciai e abbandonati al loro ritiro; una macina di “ceppo”e la “marmitta dei giganti”, curiosa cavità scavata nelle rocce del letto del torrente Ravella dal moto rotatorio vorticoso di sabbie e ghiaie trasportate dalle acque. Lungo il sentiero si trova anche una“sorgente petrificante” o, per meglio dire, una “cascata petrificante”, interessante ambiente umido dove avviene la deposizione di saliminerali disciolti nelle acque (in particolare carbonati di calcio e magnesio) sotto forma di concrezioni che possono inglobare muschi, foglie, rametti ed erbe, dando così origine ai cosiddetti “tufi calcarei”.
Lungo il Sentiero Geologico , sul versante del Monte Cornizzolo, si incontra anche il Santuario di San Miro al Monte , edificato a partire dal 1643 e consacrato nel 1660 nel luogo in cui, secondo la tradizione, visse l’eremita San Miro Paredi (nato a Second’Alpe intorno al 1336), prima di ritirarsi a Sorico dove morì nel 1381. Numerosi sono i miracoli a lui attribuiti, in particolare legati al dono della pioggia durante periodi di gravi siccità; secondo una tradizione locale avrebbe anche fatto scaturire una sorgente d’acqua dalla roccia, tuttora visibile sul piazzale antistante la piccola chiesa.


INDIRIZZI UTILI

  • COMUNE DI CANZO
    via Mazzini 28, Canzo; tel.031.674111; e-mail: segreteria@comune.canzo.co.it; sito internet:  www.comune.canzo.co.it
  • COMUNE DI VALBRONA
    via Vittorio Veneto 8, Valbrona; tel. 031.661176; e-mail: info@comune.valbrona.co.it; sito internet:  www.comune.valbrona.co.it
  • COMUNITÀ MONTANA TRIANGOLO LARIANO
    via Vittorio Veneto 16, Canzo; tel. 031.672000; e-mail: info@cmtl.it; sito internet:  www.triangololariano.it
  • ERSAF - Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle Foreste
    via Copernico 38, 20125 Milano; tel. 02.674041; sito: www.ersaf.lombardia.it
    Sede Operativa di Lecco corso Promessi Sposi 132, Lecco ; tel. 02.67404.451.
  • RIFUGIO TERZ’ALPE (Soc. Agricola“La Rondine”)
    località Terz’Alpe, Canzo; tel. 031.682770.
  • RIFUGIO SEV
    località Pianezzo, Valmadrera (LC); tel. 0341.583004 (numero della sede SEV Società Escursionisti Valmadreresi, Via Cavour 12, Valmadrera).
  • RIFUGIO SEC “MARISA CONSIGLIERI”
    loc. Cornizzolo, Civate (LC); tel. 0341.551383 (numero della sede SEC Società Escursionisti Civatesi, via C. Villa, Civate).
Indietro
Vedi anche
I Funghi di Rezzago - Copertina
I Funghi di Rezzago
Un Triangolo da Scoprire
Rezzago
I Massi Erratici e gli Avelli di Torno - Copertina
I Massi erratici e gli Avelli di Torno
Un Triangolo da Scoprire
Blevio, Torno
Il Buco del Piombo - Copertina
Il Buco del Piombo
Un Triangolo da Scoprire
Albavilla, Erba
Laghetto di Crezzo - Copertina
Il Laghetto di Crezzo
Un Triangolo da Scoprire
Barni, Lasnigo
lago del segrino copertina
Il Lago del Segrino
Un Triangolo da Scoprire
Longone al Segrino
Il Monte Cornizzolo - Copertina
Il Monte Cornizzolo
Un Triangolo da Scoprire
Canzo, Eupilio, Longone al Segrino, Pusiano
Il Monte San Primo - Copertina
Il Monte San Primo
Un Triangolo da Scoprire
Civenna, Lezzeno, Sormano, Veleso, Zelbio
Il Pian del Tivano - Copertina
Il Pian del Tivano
Un Triangolo da Scoprire
Nesso, Sormano, Zelbio
Il Sasso Malascarpa - Copertina
Il Sasso Malascarpa
Un Triangolo da Scoprire
Canzo
Il Torrente Cosia - Copertina
Il Torrente Cosia e la sua valle
Un Triangolo da Scoprire
Albavilla, Albese con Cassano, Tavernerio
La Sorgente del Lambro - Copertina
La Sorgente del Lambro
Un Triangolo da Scoprire
Magreglio
L'Alpe del Viceré - Cartina
L'Alpe del Viceré
Un Triangolo da Scoprire
Albavilla